GOLDEN TICKET COMPANY

Intrattenere. Lasciare il segno.

Ho sognato
una porta rossa

Storia di non ordinaria violenza

Scritto e diretto da Fabrizio Rizzolo.
Con Susanna Nuti.

Quasi tutti i tipi di abuso domestico sono completamente legali. Guardarsi allo specchio e non sentirsi abbastanza. Indossare l’abito nuovo e vedersi brutte. Ma poi arriva la persona. Quella che vede oltre i difetti, oltre le imperfezioni, amandoci come meritiamo o come crediamo di meritare. E così ci innamoriamo. E tutto diventa bellissimo, tutto diventa straordinario e tanto, troppo, diventa accettabile. Laura è una studentessa universitaria quando incontra la persona che le cambia la vita. Nel bene e nel male non sarà più la stessa dopo. Perché la possibilità di un abbraccio ci fa chiudere gli occhi davanti alla violenza psicologica? L’umiliazione ci va bene se poi basta un “Non lo faccio più” per dimenticarsene? Un viaggio nell’animo di una donna ferita, una donna colpevole di essersi fidata e affidata, lasciando indietro la sua personalità. Un viaggio fatto di musica e rumori, di emozioni e paure che l’hanno accompagnata lungo una relazione tossica. La violenza non ha nome, non ha sesso e non ha tempo. La violenza è violenza, e come tale va conosciuta, studiata e fermata. Per non finire in quel baratro da cui sembra di non poter scappare mai, neanche dopo tanto tempo.

NOTE DI REGIA

“Quando Susanna mi ha chiesto di lavorare al testo che stava preparando con l’idea di portare in scena un monologo sulla violenza, ho avuto subito il sospetto che ci stavamo cacciando in un bel guaio. Ma quando mi ha raccontato la storia che avrebbe voluto portare in scena, ne ho avuto la certezza. “Ho sognato una porta rossa” è un tuffo, più che un racconto, un dialogo con la propria fallibile ed infallibile coscienza, con le voci dentro e fuori di noi. È un viaggio nell’assurdo, che sorprende l’attrice, il personaggio e il pubblico: perché ho voluto che affondasse il coltello nella psiche umana senza indugio, e soprattutto nei luoghi comuni e negli stereotipi di cui tutti siamo, spesso inconsapevolmente, vittime. Nel cercare di raccontare Laura mi servivano le luci, i suoni e i costumi. Ma soprattutto mi serviva la straordinaria presenza di Susanna in scena e fuori. E così è nato, cresciuto e si presenta al mondo “Ho sognato una porta rossa”. Nella speranza che smettiamo tutti di dare per scontato qualcosa che scontato non è”.

Fabrizio Rizzolo